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Un bilancio dopo l’Europeo e uno sguardo al futuro della corsa da parte del ct Presti

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Al Campionato Europeo di Pamplona, conclusosi giusto un paio di giorni fa, si è vista una Nazionale corsa che ha regalato soddisfazioni e sorprese giorno dopo giorno. La squadra del ct Massimiliano Presti, infatti, dopo gli storici successi ottenuti alle Olimpiadi e ai recenti WRG di Barcellona, ha mantenuto alto il tricolore anche al campionato continentale. Inoltre, ciliegina sulla torta, gli azzurri sono stati protagonisti sulle gare di velocità che negli ultimi decenni hanno rappresentato il cosiddetto tallone d’Achille della nostra Nazionale. Il tutto è stato possibile non solo con l’impegno degli atleti, ma grazie al lavoro condiviso e congiunto tra il ct Presti, il responsabile del settore tecnico Antonio Grotto e il responsabile per la Federazione di SIRI-Scuola Italiana Roller International, Francesco Zangarini. A fare il punto della situazione, in vista anche degli imminenti Campionati Italiani di San Benedetto del Tronto, è il ct azzurro. 

 

Dopo i successi olimpici e mondiali, arrivano grandi risultati anche dall’Europeo. Si ritiene soddisfatto? 

“Sono estremamente felice: negli ultimi tre anni abbiamo scritto pagine importanti della nostra Federazione. E per quanto riguarda l’Europeo devo dire che riuscire a vincere in casa degli spagnoli e posizionarsi in testa al medagliere non è stata un’impresa da poco. Questi risultati più che positivi, però, sono frutto di progetti iniziati e portati a termine: un lavoro costante con allenatori e atleti. Senza dimenticare la collaborazione con alcune società che ci hanno messo a disposizione i loro impianti per raduni ed allenamenti e quella, preziosissima, con il settore tecnico”.

 

Come valuta complessivamente la Nazionale? Ci sono atleti che si sono particolarmente distinti? 

“Direi bene, anche se come sempre si creano delle situazioni difficili che vanno gestite al momento. Preferisco non fare i nomi dei singoli, ma è sufficiente visionare le classifiche e i risultati, quelli non mentono quasi mai. Poi c’è da dire che vedere l’Italia vincere con i Senior le due gare veloci - 100 e 500 Sprint -, sfatando così un tabù che durava da decenni, è stato emozionante. Se poi si aggiunge che l’impresa si è compiuta proprio in Spagna, la casa dei maestri della velocità… Nelle fondo, invece, riusciamo ad essere sempre una delle Nazioni più forti a livello strategico e tattico”.

 

C’è stata una gara o una medaglia che l’ha colpita più delle altre?

“Dei 42 atleti presenti all’Europeo di Pamplona, 35 hanno vinto almeno una medaglia. Ognuna di esse ha una storia fatta di dedizione all’allenamento, passione e amore per il pattinaggio. Forse la medaglia che più ci serviva è quella dell’atleta sarda Alessia Paganello: speriamo che la sua presenza in azzurro e il suo successo possano servire da sprono per tutti i pattinatori di una regione che in passato ha sfornato tanti campioni”. 

 

Uno sguardo al futuro?

“Il nostro futuro sono i giovani, su di loro bisogna continuare ad investire e in loro bisogna continuare a credere. Importante rimane, di base, la collaborazione con i tecnici che tanto fanno sia per gli Youth, sia per gli Junior e i Senior. Stiamo programmando un incontro ad hoc con il settore tecnico per definire il lavoro che ci porterà al 2020, con un’attenzione particolare al 2022 quando ospiteremo il Mondiale in casa. Altre novità saranno ufficializzate prossimamente: ad esempio inseriremo delle strategie differenti per accrescere il livello dei velocisti che, nonostante sia già in crescita, pensiamo possa ancora migliorare”.