Una nuova stagione azzurra sta per iniziare. Anzi, è già iniziata con i raduni di preparazione della rappresentativa nazionale under 17 femminile e con i primi appuntamenti dei centri Promote HP. Abbiamo chiesto al Responsabile Squadre Nazionali Tommaso Colamaria di parlarci di quello che ci attende nei prossimi mesi.
Come ripartono le nazionali azzurre dopo il mondiale?
"Con i mondiali in Argentina abbiamo completato il primo ciclo con l'attuale assetto delle nazionali azzurre. Avere portato tutte e tre le nostre nazionali alle semifinali mondiali di San Juan e avere conquistato la medaglia d'argento con l'under 19 maschile è un risultato certamente lusinghiero, ma che non ci accontenta. Non nascondo la delusione per come è sfumato il bronzo nel finale della partita con la Francia: quella medaglia era certamente alla nostra portata. Sono consapevole che ne siamo responsabili per primi noi e che su alcuni importanti dettagli dobbiamo lavorare.
Al di là dei piazzamenti, il risultato più importante è quello di avere riportato l'Italia, sia maschile a livello maschile che femminile, tra le protagoniste dell'hockey su pista mondiale anche per il modo di giocare e per l'atteggiamento in pista. Un risultato ottenuto grazie ai due Commissari Tecnici Alessandro Bertolucci e Massimo Giudice e ad uno staff che ha supportato loro e gli azzurri in tutte le fasi di preparazione e gestione dei mondiali.
In questo 2023 ci attende una stagione molto intensa fatta di una lunga sequenza di campionati europei. In attesa che World Skate Europe definisca nel dettaglio le date e le sedi degli appuntamenti continentali, stiamo mettendo a punto il programma della preparazione di ogni singola nazionale. L'obiettivo dell'Italia non può che essere quello di essere sempre competitivi in ogni torneo, ma guardiamo anche ad un orizzonte più ampio che è quello dei World Skate Games del 2024 che avremo l'opportunità di giocare in Italia e dove non possiamo e non dobbiamo sbagliare".
Le novità di questo 2023 saranno l'Europeo U23 maschile e l'Europeo U19 femminile. Come ci arrivano le nostre nazionali?
"Mi fa piacere che World Skate Europe abbia introdotto queste due competizioni, anche se nell'hockey femminile avremmo ritenuto prioritaria l'istituzione di un Campionato Europeo U17 sul quale si lavora da alcuni anni. E' per questo che abbiamo scelto di non forzare i tempi e di proseguire il lavoro con le atlete più giovani e di partecipare a Euro Girls 2013, torneo internazionale femminile U17 che di disputerà a Vordemvald, in Svizzera, dal 23 al 26 febbraio.
L'europeo maschile U23 colma il vuoto lasciato dalla Coppa Latina e ne prende anche il posto nel calendario, dato che si disputerà in Portogallo nella settimana di Pasqua. La ritengo un'ottima scelta perchè si colloca a metà strada tra le competizioni giovanili U17 e U19 e la nazionale senior. Mi auguro che questa particolare categoria possa trovare maggiore spazio anche in Italia e che il campionato nazionale U23, istituito quest'anno per la prima volta, diventi rapidamente una importante vetrina per gli atleti più giovani".
Le nazionali azzurre sono figlie dei campionati nazionali. Cosa hai annotato in questa prima metà della stagione?
"In primo luogo mi fa piacere costatare che molti degli atleti e delle atlete azzurre, anche giovanissimi, sono protagonisti nelle loro squadre, condizione indispensabile per accumulare esperienza e responsabilità. Se vogliamo che le nostre nazionali siano sempre competitive ritengo che nessun atleta convocato nelle nazionali U17 e U19 debba giocare in categorie inferiori alla serie A2 e avere a disposizione minuti di pista sufficienti per accumulare esperienza. Avere giocatori azzurri in squadra e non dare loro il giusto spazio significa procurare un danno a tutto l'hockey nazionale. Se si ritiene che un giovane atleta azzurro non sia all'altezza delle ambizioni di un club, allora è meglio cederlo in prestito o in utilizzo per categoria pur di farlo giocare. In questo senso, penso che la Federazione debba dotarsi di strumenti di particolare tutela per questo gruppo di atleti e in generale occorra rivedere i vincoli che oggi impediscono ai nostri giovani di intraprendere e provare ad imporsi. Contemporaneamente, gli atleti azzurri devono sentire su di sè la responsabilità di vestire la maglia azzurra anche quando giocano nei loro club. La maglia della nazionale te la meriti non solo per come giochi, ma anche per come ti comporti, ti atteggi e ti relazioni con gli altri: pubblico, compagni, avversari, arbitri, tecnici e tutti i componenti delle panchine. Da ottobre ad oggi ho visto troppi atleti azzurri o potenziali azzurri protagonisti in negativo di gesti violenti o antisportivi; è un comportamento che ritengo incompatibile con la nazionale. Chi viene convocato in azzurro rappresenta tutto il movimento e deve, per primo, rispettare le regole. Questo mio fermo pensiero, l’ho già trasmesso e condiviso con i CT che ne terranno debitamente conto in fase di selezione. Gli atleti devono concentrare le loro energie nel giocare e nell'essere più furbi e sgamati nelle varie situazioni di gioco: insomma, voglio giocatori più “figli di...”; cattivi agonisticamente e non gratuitamente violenti, che un fallo se lo procurino intelligentemente, abilmente e non con plateali ed insopportabili simulazioni. Ripeto, su questo come responsabile delle squadre nazionali sarò vigile sulle convocazioni in azzurro sia in ambito giovanile che nelle nazionali senior che sono da massimo esempio per tutto il movimento".
Squadre Nazionali non si occupa solo dei grandi eventi, ma anche di monitorare quello che succede sul territorio con il progetto Promote HP. Come stanno andando le cose?
"Abbiamo appena iniziato la seconda stagione del progetto Promote HP che ci consente il monitoraggio mensile sui migliori giovani italiani nelle categorie U13, U15 e U17. Rispetto all'anno scorso abbiamo cercato di migliorare l'integrazione con il territorio, anche in collaborazione con la scuola allenatori, per coinvolgere di più i tecnici dei settori giovanili dei club. Non abbiamo la pretesa di imporre un modello di prestazione, tantomeno la presunzione di fare tutto correttamente e senza errori in breve tempo; questo riesce solo ai teorici non operativi. Ma credo che sia utile per tutti confrontarsi con i tecnici scelti per condurre i centri a livello regionale e capire che cosa cerchiamo in un atleta di livello nazionale. La consideriamo una occasione di confronto, di scambio ed arricchimento per tutti e non una lezione; alcuni degli accorgimenti che metteremo in campo quest’anno nascono proprio da questi scambi. Sappiamo che sarà un lavoro lungo, ma l'hockey su pista italiano può competere con quello degli altri paesi che hanno un numero di tesserati decisamente più alto, solo se il lavoro che viene fatto alla base nei club è di grande qualità ovunque, e non solo in quelle realtà che riforniscono costantemente le squadre azzurre".