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Silvia Marangoni racconta la storia del pattinaggio artistico in linea

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L’attuale Federazione Italiana Sport Rotellistici compie 100 anni. Un bel traguardo poter soffiare su un centinaio di candeline, ma è altrettanto entusiasmante pensare di poter festeggiare in compagnia di un numero sempre crescente di discipline a rotelle. E tra queste c’è anche quella del pattinaggio artistico, declinato non solo nel classico quad, ma anche nella più recente specialità dell’inline. Una delle prime e maggiori esponenti di questo “nuovo” modo d’interpretare il pattinaggio artistico è la pluricampionessa mondiale Silvia Marangoni. Il primo oro iridato lo ha vinto nel 2002 a Wuppertal, l’ultimo a Cali nel 2015, in mezzo altri 9 primi posti per un totale di 11 titoli mondiali per l’atleta delle Fiamme Azzurre. A cui vanno a sommarsi i 12 Europei vinti. 

“La prima comparsa dei pattini in linea è nel 1995 ai Campionati italiani di Salsomaggiore - racconta Silvia Marangoni, membro del settore tecnico FISR e allenatore della Nazionale Inline -. Da lì cominciano le prime esibizioni per far vedere che questa tipologia di pattino ha delle caratteristiche interessanti e nel 1996 si tiene il primo Trofeo nazionale dedicato a questa specialità, appuntamento che raccoglie moltissime iscrizioni. Ma è dal 2002, ossia da quando la Federazione internazionale immette l’inline ai Campionati mondiali di Wuppertal, che la disciplina spicca il volo. Poi è stato sempre un crescendo. Per quanto mi riguarda ho provato i pattini in linea subito, già nel 1995 con il mio partner di allora Andrea Barbieri. E siamo stati noi, durante i Campionati nazionali americani, a proporre delle esibizioni per far sì che questa specialità fosse conosciuta e accolta da più continenti. Il ricordo più bello? È stata proprio questa esperienza in America: ho conosciuto persone fantastiche e ho avuto l’opportunità di far vedere che con il pattino in linea si potevano compiere gli stessi esercizi che si effettuavano sul quad, se non di più”.

Da allora la disciplina dell’inline si è evoluta tantissimo con numeri che sono più che quadruplicati e con un boom verticale soprattutto dal 2016 in poi. “Il cambiamento principale a cui ha fatto fronte questo sport è stato il metodo di valutazione che fino al 2015 adottava il sistema White sostituito poi dal sistema RollArt - prosegue la ex campionessa -. Questo cambiamento ha fatto sì che atleti e allenatori si rimettessero in gioco per creare programmi che soddisfacessero appieno il sistema RollArt. Da sottolineare, inoltre, che ad avvicinarsi a questo mondo sono stati in modo particolare i pattinatori del ghiaccio che hanno visto nell’inline una grande opportunità: il fatto di poter pattinare ovunque”. Questa disciplina in Italia gode di ottima salute, anche rispetto agli altri Paesi, ed è ancora in costante crescita. “Abbiamo ottimi atleti che spesso portano il tricolore sul gradino più alto del podio a livello mondiale - chiude Silvia Marangoni, nel 2014 insignita della massima onorificenza sportiva del Coni, il Collare d’oro, un anno dopo aver ricevuto il titolo di Commendatore della Repubblica e aver vinto il Golden King, un riconoscimento consegnato solo ai re dello sport italiano -. I nostri avversari sono gli americani e i pattinatori della Cina Taipei. Ad oggi, grazie al grande impegno della FISR, io e l’altra responsabile di settore Marta Bravin, ci auguriamo che il pattinaggio artistico inline arrivi alle Olimpiadi. Anzi, ne siamo convinte”.