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Grande successo per la "Van Gogh Skate Experience"

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Gli azzurri del pattinaggio a rotelle fungono da trait d’union tra il mondo dello sport e quello dell’arte e dello spettacolo

L’occasione arriva da un progetto futuristico denominato “Van Gogh skate experience”, realizzato dalla Federazione Italiana Sport Rotellistici in collaborazione con “Pattinaggio Creativo. L’iniziativa, in programma a Milano, si svolge all’interno di una nota mostra immersiva e più precisamente, grazie ad Exhibition Hub Art Center Milano, nella “Van Gogh: the Immersive experience” in scena all’ex scalo ferroviario milanese Lampo Scalo Farini (in via Valtellina). Un contesto “urban”, dov’è il pattinaggio ad avvicinarsi alle persone e non viceversa, esattamente in linea con quello che da anni è il pensiero del presidente della FISR e di World Skate Sabatino Aracu.

Dopo il benvenuto della Corporate&Co-marketing manager della mostra Roberta Saldi, a portare il saluto istituzionale della Regione Lombardia è la sottosegretaria con delega allo Sport e ai giovani Lara Magoni che ha detto: «Sport e arte sono rappresentazioni delle più incredibili possibilità dell’essere umano. Ambedue i mondi sono in grado di suscitare forti emozioni. Ed è proprio quest’ultima parola a racchiudere il senso di quello a cui abbiamo assistito oggi. Sport e arte sono dei grimaldelli capaci di aprire tante vie e percorrerle per creare una società migliore, più attenta alle sensibilità e fragilità di tutti, abbattere pregiudizi e stereotipi, combattere battaglie per la parità di genere e il rispetto dell’altro. Lo sport, come l’arte, c’insegna che per raggiungere un obbiettivo bisogna faticare, che le scorciatoie sono solo delle trappole. Con il connubio tra arte e sport sono certa che questo progetto possa avere le potenzialità per toccare il cuore di tantissime persone. Faccio i miei complimenti alla Federazione Italiana Sport Rotellistici per la collaborazione con “Pattinaggio Creativo”. È sempre importante per una federazione numerosa, con oltre 63 mila tesserati, sapersi rinnovare e trovare nuovi ambiti di azione e cooperazione. Bellissimo progetto, davvero emozionante»
A seguire la tavola rotonda sul tema “Pattinaggio e cultura: due mondi che s’incontrano” che ha visto coinvolte la Federazione Italiana Sport Rotellistici, nelle figure della vicepresidente Marika Kullmann e del segretario generale Angelo Iezzi, e l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, rappresentata dai professori Laura Aimo e Francesco Casolo.

«Innanzitutto trasmetto gli affettuosi saluti del presidente Sabatino Aracu e del Consiglio federale - commenta la vice presidente della FISR Marika Kullmann - L’articolo 2 dello Statuto federale, afferma che la Federazione deve anche “perseguire il valore educativo, sociale e di promozione del benessere psicofisico dell’attività sportiva in ogni sua forma come recita l’articolo 33 della Costituzione Italiana”. Il pattinaggio artistico a rotelle non è solo tecnica con fini agonistici all’interno di palazzetti, è attività “green” che si può praticare in svariati contesti urbani, è soprattutto arte. Attraverso il linguaggio del corpo e la musica, il pattinatore esprime la sua interiorità per comunicare emozioni, concetti e sentimenti. Papa Francesco afferma che “bisogna contagiare il mondo con la bellezza dello sport” e nel pattinaggio artistico tale bellezza è intenzionale, ancor più con questo evento dove si pattina immersi nei quadri di Van Gogh. Auspico che si accenda nei partecipanti la scintilla della “meraviglia” per la vita, per lo stare insieme e per il pattinaggio artistico a rotelle. Chiudo ricordando una frase che Van Gogh scrisse al fratello Theo nel 1888 “non c’è nulla di più artistico che amare le persone”».

«Le Federazioni, da sempre, sono concentrate sull’agonismo e l’alto livello - dice Angelo Iezzi, segretario generale FISR - Stiamo però attraversando un profondo cambiamento: una visione dello sport che si allarga per esaltarne il valore sociale ed educativo. Una promozione sportiva quindi, che si avvale di nuovi strumenti e nuove interazioni con la società, anche tramite progetti innovativi. La “Van Gogh Skate Experience” è uno di questi: sport e arte, sport e cultura, sport e spettacolo, nuove relazioni da percorrere insieme per un interesse comune».

«La nostra esperienza, anche quella che reputiamo solo o principalmente corporea, è sempre connotata sia emotivamente, sia cognitivamente; questo anche se non lo vogliamo o non lo sappiamo - spiega Laura Aimo, docente di Estetica dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano - Integrare questo dato in ambito sportivo significa offrire a professionisti e appassionati del settore la possibilità di una pratica organica sempre più consapevole e completa, capace non solo di migliorare la propria prestazione fisica, ma la qualità della vita. Dov’è allora il confine tra prestazione fisica e gesto artistico? Dov’è il limite tra regola, figura, tecnica e spazio di ricerca, espressione individuale? Dov’è il punto di contatto tra il vissuto dell’atleta e la sua condivisibilità con lo spettatore? Pattinaggio creativo lavora su queste linee sottili offrendo a professionisti e non l’opportunità di raffinare in modo organico e sintetico la propria esperienza sportiva e umana. Quanto si sperimenta sui pattini diventa così veicolo per nuovi modi di percepire la propria relazione con se stessi, l’altro e l’ambiente circostante, per riscrivere insieme spazi ordinari e vivere così un tempo intenso, vivo e carico di significatività».

«Nella Carta Costituzionale al comma 7 dell’art 33 sono stati recentemente inseriti lo sport e le attività sportive che acquistano a pieno titolo un valore educativo, sociale e di promozione del benessere psicofisico - sono le parole del professore Francesco Casolo, coordinatore del corso di laurea in Scienze motorie e dello sport all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano - Questo inserimento recepisce e valorizza il ruolo che le attività sportive avranno nel prossimo futuro per implementare e valorizzare il nostro sistema culturale. Lo sport potrà così diventare a pieno titolo un mezzo privilegiato che i docenti di educazione fisica e gli allenatori dovranno imparare ad utilizzare con competenza per far crescere i propri studenti e atleti. Il processo di “empowerment” attraverso lo sport relativo nostro concetto di cultura dovrà coinvolgere in modo sinergico Università, Federazioni sportive ed Enti di promozione, scuole di ogni ordine e grado e tutti gli enti del territorio».

Terminato questo primo momento più istituzionale, i protagonisti sono diventati i campioni mondiali della Nazionale italiana. In scena, immersi nell’arte del pittore olandese noto per la sua “Notte stellata” e coreografati dai tecnici Paola Fraschini e Marta Bravin, si sono esibiti cinque atleti azzurri: la campionessa mondiale di Solo dance Senior Roberta Sasso, modenese classe 2004 che ha anche vinto la medaglia d’oro nella specialità Coppie danza Senior in tandem con un altro talento presente, Gherardo Altieri Degrassi, nato a Trieste nello stesso anno; largo poi al veneziano classe 1993 Antonio Panfili, un veterano della specialità Inline e medaglia d’argento Senior nell’ultimo Mondiale colombiano, il 25enne Alessandro Liberatore, bolognese di nascita ma bresciano d’adozione, pattinatore del Libero che ha ottenuto la medaglia di bronzo all’Europeo Senior 2023 e argento ai Mondiali argentini del 2022, e alla romana classe 1999 Chiara Censori, nel 2019 laureatasi campionessa italiana, europea e mondiale. Censori è particolarmente amata sui social tanto da avere oltre 56mila followers su Instagram e più di 900mila su TikTok.

«Ciò che solitamente portiamo in pista nelle competizioni è frutto di ore e ore di lavoro e il gesto atletico e tecnico che ne deriva è studiato e programmato per ottenere il più alto risultato possibile - racconta Roberta Sasso - Invece, in un contesto di questo tipo, il bello dell’arte è che non conosce tecnica, ma solo emozioni. È stata una sfida anche per noi, che per un pomeriggio siamo diventati un po’ più artisti e un po’ meno atleti. Ogni quadro ci ha trasmesso delle emozioni diverse che abbiamo interpretato e trasformato in movimento».

«Un evento fuori dai canoni tradizionali del pattinaggio artistico - commenta Alessandro Liberatore - Un incontro tra tecnologia, sport e cultura, dove la luce si fonde con molteplici forme d’arte e spettacolo. Un’esperienza formativa per tutti, importante per una crescita tecnica ed artistica».

«Partecipare a questo straordinario evento, immergendomi nelle proiezioni mozzafiato delle opere di Van Gogh e dando vita a coreografie artistiche su pattini a rotelle, è stata un'esperienza davvero unica e indimenticabile - dice Antonio Panfili - Sentirmi parte integrante di quest'opera d'arte in movimento è stato incredibilmente gratificante. Mi sono sentito come se le pennellate del grande maestro prendessero vita attraverso il mio movimento sui pattini, creando un connubio perfetto tra arte visiva e espressione fisica. Sono grato per questa straordinaria opportunità e felice di aver potuto condividere questa esperienza con il pubblico».

Infine la FISR ha deciso di dare la possibilità ai suoi tesserati di sperimentare un nuovo approccio al pattinaggio creativo attraverso uno stage per cento atleti agonisti di vari livelli e di età diverse (sold out). Gli giovani talenti hanno potuto migliorare le loro componenti artistiche creando una performance in armonia con le proiezioni di Exhibition Hub sotto la direzione artistica di Marta Bravin, referente federale inline e membro del settore tecnico, e Paola Fraschini, con un passato come performer al Cirque du Soleil e sul palco del Festival di Sanremo nel 2021 con la coreografia del brano del gruppo Colapesce Dimartino.

«Crediamo che questa esperienza possa aprire nuovi canali creativi a tutti quelli che vorranno sperimentare il connubio tra sport e cultura - raccontano Bravin e Fraschini - Ci siamo chieste se una mostra potesse trasformarsi in un luogo d’allenamento e se il pattinaggio potesse diventare una sorta di opera d’arte. Abbiamo risposto “sì” ad entrambi i quesiti e abbiamo trovato grande apertura nella FISR. La Federazione, come noi, crede che lo sport possa essere a 360 gradi, una visione pioneristica del pattinatore che non lo vorrebbe più incasellato come semplice atleta, ma come artista a tutto tondo. Questa iniziativa, dunque, è probabilmente la prima di molte altre esperienze fisiche e sensoriali di questo tipo».

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