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FRESNO, CITTA' DA ISPETTORE CALLAGHAN

Qualcuno di voi forse ricorda un film di qualche anno fa, protagonista il mitico ispettore Callaghan alias Clint Eastwood. Il nostro eroe, per smascherare la corruzione di alcuni colleghi poliziotti e consentire ad una testimone di rilasciare dichiarazioni in tribunale, non esita a sequestrare un autobus ed attraversare un'intera citta' mentre centinaia di agenti gli sparano addosso e cercano di fermarlo in tutti i modi. E' una sequenza memorabile, l'autobus attraversa lento ma inesorabile fino al consueto trionfo della giustizia una citta' fantasma, interi quartieri assolutamente deserti dove non si intravede ne' un passante ne' un auto. Lo spettatore si chiede dove sia finita la gente, tutti al mare secondo lo slogan della "Milano da bere" di qualche anno fa o rintanati dietro la serranda in attesa dell'epilogo? Il primo impatto con Fresno offre le stesse sensazioni, d'accordo che il Radisson Hotel che ospita la nazionale e il Convention Centre si trovano in una zona periferica, d'accordo la giornata festiva, ma non c'e' letteralmente anima viva. Palazzoni imponenti, uffici commerciali, sedi di banche e assicurazioni, qualche locale, i segni evidenti di una citta' attiva e prospera ma tutto rigorosamente chiuso in attesa del lunedi'. E quando il lunedi' finalmente arriva noleggiamo un auto per vedere rispetto a cosa siamo in periferia. Ci dicono che la vita di Fresno si snoda tutta intorno all'interminabile Blackstone Avenue e la percorriamo quindi con la volonta' di raggiungere il centro: che raggiungiamo a superiamo senza accorgercene. Forse noi europei, noi italiani in particolare, siamo legati inevitabilmente ad una concezione un po' rinascimentale della comunita', abbiamo nei nostri cromosomi la piazza, il porticato, lo struscio lungo il viale. Per questo rimaniamo spiazzati da questa sequenza infinita di centri commerciali, multisale cinematografiche, ristoranti messicani che costituiscono il centro, il cuore pulsante di Fresno. Oltre 15 km che percorriamo in direzione nord fino all'estinzione della Blackstone che diventa Subway 41, la superstarada che arriva da sud, taglia in due Fresno come un'anguria e porta migliaia di turisti a vedere le sequoie giganti dello Yosemite National Park. Inversione di marcia, torniamo indietro e ci infiliamo dentro al Target, uno dei tanti centri commerciali. Le facce che si vedono non sono diverse da quelle che siamo abituati a vedere a casa nostra, "gente tranquilla, che lavorava" per dirla con Celentano, la quieta e laboriosa provincia americana fotografata in modo ineccepibile. Cio' che colpisce e' la straordinaria varieta' per ogni genere di articolo e soprattutto la convenienza: anche in considerazione del cambio favorevole molte cose costano la meta' rispetto all'Italia. Scatta la bramosia dell'acquisto e forse la prima cosa da comprare sara' una valigia suplettiva per infilare tutto lo shopping. E' ora di pranzo e in considerazione dei postumi delle precedenti esperienze (sulla cucina locale e' meglio sorvolare, non c'e' modo di consumare un ingrediente base che sia verdura o carne, ogni elemento ridonda di salse e intingoli come se madre natura l'avesse progettato cosi') ci rivolgiamo speranzosi al famigerato "Pizza Guys". La pizza e' una cosa diversa ma scegliendo con sommo disgusto del titolare la versione base "only cheeese" riusciamo a sfamarci. Il menu' esposto quasi si compiace dei richiami ad un'italianita' molto artificiosa e non passa inosservata una versione di pizza al "pesto de Lazio": per chi e' nato in Liguria questo e' davvero un colpo basso. Torniamo sulla Blackstone in direzione della pista. Questa prima uscita a Fresno si conclude cosi'. Alla prossima.