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StorieDiSport - Civitavecchia, la città delle donne (dell’hockey in line)

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L’hockey in line, per chi non lo conoscesse bene, è una disciplina tradizionalmente a trazione maschile. Negli ultimi anni assistiamo ad un tentativo di aprire alle ragazze le porte di questo affascinante sport (che certo non viene visto come particolarmente “femminile”). I risultati iniziano a vedersi, ma di sicuro ci vorrà tempo prima che lo stato di cose cristallizzato fin dalla sua nascita arrivi ad una situazione di “quasi” equilibrio. E’ ormai abbastanza stabile un campionato femminile, al quale partecipano cinque o sei squadre a stagione e c’è la possibilità per le ragazze di giocare nei campionati giovanili accanto ai ragazzi. E qualcosa inizia a muoversi. C’è però una realtà in controtendenza che fa molto ben sperare per il futuro. Questa realtà ha un nome (e una posizione geografica che da sola basterebbe a guardarla con ammirazione): Civitavecchia, provincia di Roma. Famosa soprattutto come porto commerciale e di crociere. Molto utilizzato per i traghetti per la Sardegna, ha vissuto negli anni una bella esplosione nell’hockey in line. Soprattutto dal versante femminile. Il fatto che quest’anno la squadra delle ragazze si sia aggiudicata il titolo italiano non è che il risultato finale di un ottimo lavoro svolto negli anni dalla dirigenza, primo tra tutti il Presidente Riccardo Valentini. Si, perché la Società ha scommesso non soltanto sulla creazione di una squadra fortemente competitiva (selezionando giocatrici di prim’ordine da tutta Italia), ma, come ulteriore segnale ha affidato la guida tecnica della formazione all’espertissima (e brava) Martina Gavazzi, ex giocatrice e tecnico della Nazionale Femminile, una tosta.

Una cavalcata importante per una compagine del centro Italia che ha saputo tenere testa ad ambienti dove l’Hockey in line è di casa fin dalla nascita. In una avvincente e sofferta partita disputata a Legnaro (PD), si è svolta così la battuta conclusiva di questo campionato. In finale contro le Devil Girls Vicenza, le Snipers Civitavecchia hanno dovuto soffrire. Sotto di un gol nel primo tempo, trovano la forza di reagire e trovare il pareggio. Il match arriva fino ai tempi supplementari in sostanziale equilibrio (un plauso ad entrambe le formazioni), poi il Civitavecchia riesce a sbloccare. Laureandosi Campione d’Italia Femminile. Ma questo successo non viene solamente dall’essere riusciti a tesserare giocatrici importanti, il merito sta nel lavoro svolto alle spalle. Qualche giorno fa, durante un’intervista il Responsabile Squadre Nazionali, Gianluca Tomasello, aveva modo di osservare con soddisfazione che nella categoria Under 16 (maschile) la squadra di Civitavecchia era arrivata a giocarsi la finale (persa contro gli Asiago Vipers) con una ragazza come portiere titolare e diverse ragazze in campo che si alternavano con i compagni, è stato veramente incoraggiante vedere queste giovani donne giocarsela alla pari con i ragazzi, soprattutto in una disciplina dove l’aspetto fisico non è affatto secondario. In panchina a sfiorare il titolo c’era ancora Martina Gavazzi, unico tecnico donna nelle finali giovanili. Un segnale di fiducia da parte della dirigenza, ma anche di un tentativo di cambiamento di rotta generale nell’ambiente.
In questo senso la realtà degli Snipers può trasformarsi in volano per l’attività femminile nazionale, come esempio di lavoro ben svolto, programmazione lungimirante, coraggio. Perché ci vuole anche coraggio per percorrere sentieri poco battuti e scommettere sulle donne in un ambiente tradizionalmente maschile. Anche se non dobbiamo dimenticare che la Società ha lavorato molto bene anche nel settore maschile e soprattutto giovanile, Civitavecchia, almeno per quanto riguarda l’hockey in line è veramente la città delle donne. E da questa realtà ci aspettiamo grandi cose in futuro.

 

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