5 secondi di distacco nel prologo, il fondista ne recupera 2 ma finisce poi staccato di 44. Terzo Sbabo nel volatone del primo gruppetto. Donne: Mateja Bogatec si invola, Straub sprinta su Bettineschi
MONTEBELLUNA (TV) 13 LUGLIO - Non è il caso di scomodare la mitologia, ma qualche riferimento bisogna pur farlo se si va a guardare quanto è capitato ieri mattina a Montebelluna, in occasione del campionato italiano in piano di skiroll, nella lotta fra Alfio Di Gregorio e Pietro Piller Cottrer. Per chi non li conoscesse il primo è il più grande specialista dello skiroll in assoluto. Giusto per rinfrescare la memoria portiamo qualche numero: 58 titoli italiani individuali, 15 titoli europei, 3 titoli mondiali (1993 in Olanda, 1995 in Svezia, 1997 in Italia): 5 volte vincitore della Coppa del Mondo assoluta: 1995, 1998, 2000, 2004, 2006. Quanto al secondo è uno dei più migliori fondisti del mondo che anche nello skiroll, quando è in piena forma, cioè in un momento più avanzato della stagione, a skating non ha praticamente avversari. In salita ovviamente, come conferma il record cronometrico e di vittorie nel Trofeo Sportful.
Ma sa farsi valere anche sul piano, come ha dimostrato in questa e in altre occasioni (2 volte tricolore proprio qui a Montebelluna), pur reduce da un periodo di carico, solo che ha trovato sulla sua strada il Di Gregorio più forte di sempre malgrado sia ormai alla soglia dei 40 anni. L’anagrafe non ha senso per quanto lo riguarda: quando è in condizioni del genere; quando comincia a pattinare spingendo di sole gambe con i bastoncini dietro la schiena, non ce n’è proprio per nessuno. Ebbe modo di riconoscerlo anni fa Vittoz, lo ammette oggi anche Piller Cottrer che pure in fatto di stile e spinta a skating non ha eguali.
Inavvicinabile “re Alfione”: ci vorrebbe quantomeno una moto. E proprio il campione olimpico di staffetta, mondiale della 15 km e vincitore dell’ultima coppa del mondo distance se n’è accorto sulla propria pelle quando, scattato dal cancelletto 5 secondi dopo Alfio, il distacco del prologo, ne ha guadagnati solo un paio nelle prime due tornate ma ha poi perso progressivamente terreno nelle tre successive per chiudere 44 secondi dopo la scatenato forestale prossimo papà. Una motivazione in più per il campionissimo che allo speaker che lo intervistava ha impiegato mezzo minuto buono a snocciolare i titoli accumulati in quasi 25 anni di una carriera certamente destinata ad allungargli la vita agonistica.
Uno spettacolo nello spettacolo di una manifestazione che dovrebbe far scuola per impostare il futuro dello skiroll, portato direttamente in mezzo al tessuto urbano e non alla periferia come spesso capita, e per la meticolosità dimostrata tappando con il cemento qualche buchetta dove l’asfalto era sparito, ricoprendo i tombini dove era necessario ma, quel che più conta, chiudendo completamente al traffico il centro di Montebelluna con la principale via di transito da un’ora prima della gara. Concluso l’ultimo arrivo, transenne e impedimenti vari sono stati smantellati in una decina di minuti. Altrove la gente sarebbe insorta, qui ha accettato di buon grado la situazione.
Battaglia dal primo all’ultimo metro, iniziata, per quanto riguarda seniores e master maschili con il prologo sulla distanza di 5 km, due giri di un anello modificato e con caratteristiche diverse rispetto a quello delle prime 5 edizioni del Trofeo Stylgrand, per cui è impossibile fare paragoni sul piano cronometrico. Nel prologo Di Gregorio ha impiegato 7 minuti e 59 secondi; nel successivo inseguimento secondo la formula Gundersen che lo sci di fondo ha purtroppo abbandonato a favore del pursuit o delle mass start (ritenute più spettacolari ma rivelatisi invece corse tattiche e quindi un fallimento sul piano spettacolare), i primi due giri sono stati ancora più veloci. E il fondista ha ovviamente finito per pagare un “fuori giri” che il suo motore, di questi tempi, non è in grado di reggere alla distanza.
Lotta titanica comunque, con Pietro che riesce ad arrivargli ad una trentina di metri e poi, come si vede spesso nel ciclismo, specie quando si corre a ventagli per il vento laterale, il buco che sta per essere chiuso torna ad allargarsi e ci si sfila perdendo progressivamente terreno. Il cuore da solo non basta più: il fuggitivo si esalta, l’inseguitore si ammoscia. Sensazioni che Alfio dovette patire in salita in Coppa del Mondo a Sestola o nel Trofeo Sportful, e che Pietro ha conosciuto oggi.
Dietro di loro si è formato progressivamente il vuoto: invano in fase di avvio, quando Paredi ha raggiunto Gioia scattato 5 secondi prima, 11 dopo Di Gregorio, hanno abbozzato un tentativo di ricongiungimento. E’ mancata la convinzione, il distacco di partenza si è ampliato, da dietro sono tornati sotto Scola, Consagra, Sbabo, Glauco Pizzutto, mentre Bianchi ha mancato l’aggancio per un pelo e si è ritrovato con Morandini e Collavo a correre in terza battuta. Finiranno per sprintare fra loro esattamente un minuto dopo che Sbabo aveva regolato con facilità quasi irrisoria il primo lotto di inseguitori un minuto e 18 secondi dopo l’arrivo isolato di Di Gregorio e 36 dopo Piller Cottrer.
Quattro corse in una e dietro questi tanti duelli fra gruppetti: nel secondo c’era l’iridato dello sprint Alessio Berlanda che ha fatto valere il suo spunto nella volata per il 12° posto, mentre nel terzo si è ritrovato Marco Selle, allenatore della nazionale maschile di fondo, 31° tempo nel prologo e 22° all’arrivo, preceduto allo sprint da Caretta e Bozzolo. Secondo posto fra i Master 1 per lui, poiché Silvio Canello era arrivato un minuto prima con il gruppetto di Berlanda del quale faceva parte anche Gianluigi Costantin, ex azzurro e ora allenatore della nazionale B-Under 23. Revival agonistico per entrambi, ma gambe e fiato ormai sono nel campo dei ricordi. Sempre di ottima levatura, ma spirito forzatamente da prepensionati.
Fra le donne, purtroppo in numero piuttosto ridotto (una sola junior, 5 senior, 6 master al via) si è imposta la favorita Mateja Bogatec involandosi ad un giro e mezzo dal traguardo, mentre AnneMarie Straub regolava per il secondo posto Erika Bettineschi.
Titolo juniores a Folco Pizzutto il quale, concludendo a ridosso di Berlanda, è riuscito a battere di 3 decimi Gianluca Lorenzini, che nel prologo lo aveva preceduto di 6 secondi. Rappresentate al meglio le categorie giovanili. Più o meno confermati i valori manifestati nei precedenti confronti, con ricorso al fotofinish fra le esordienti e con distacchi ristrettissimi fra allievi e aspiranti. Titoli a Margherita Zuecco e Gabriele Canello (categoria Giovani). Alessia Valle e Tobia Gheno (esordienti), Claudia Gheno e Jacopo Giardina (ragazzi), Angelica Tagliati e Marco Longon (allievi), Monica Riga ed Emanuele Becchis (aspiranti), Valentina Sirio e Folco Pizzutto (juniores), Mateja Bogatec e Alfio Di Gregorio (seniores), Vilma Bonollo (master femminile), Silvio Canello (master 1), Gionta Marcello (Master2), Enzo Cossaro (master 3).
Nella classifica di società Montebelluna stacca di oltre 3400 punti il Bassano che precede Brianza Skiroll. Seguono Lissone, Mladina Trieste, Orsago, Monte Giner, Esercito, Pattinatori Savonesi, Com. Montana Monte Cervino, GSA Vicenza, Sav Vicenza & Caltrano, Alpini GSA; Forestale, Cus Bologna